Renato Bruscaglia di Marina Massa

Da catalogo mostra “Dalla traccia al segno – Incisori del Novecento dalle Marche” – Ancona (1994)

Il “segno” è l’elemento chiave per interpretare entro corretti parametri l’arte di Bruscaglia. Un segno che attraversa la superficie e le dà forma, che scandisce lo spazio e l’organizza. Un tratto delicato e sottile che delinea con discrezione, i contorni delle figure animandole di una ricca e malinconica realtà interiore. Ma anche una espressione grafica e inquieta, tormentata, alla continua ricerca di sé guidata dallo spirito di dare forma ad un variegato mondo interiore e ricreare nel ridotto spazio del foglio le silenti atmosfere di un paesaggio a lui familiare.

Superati ormai gli anni di studio all’Istituto per la Decorazione ed Illustrazione del Libro (dove si diploma nel 1941), assimilate le lezioni dei maestri, Castellani e Carnevali, Bruscaglia cerca la propria identità nell’intimo di una coerente dimensione poetica.

Le esperienze del vissuto, arricchite anche da una frequentazione con il mondo letterario, hanno trovato spazio nella trama dei suoi segni, animati da una costante tensione. In una sorta di crescendo le linee incisorie si moltiplicano e si intersecano (Dietro il campo 1955), si frantumano e si rarefanno (Le case della bassa 1960), si
fanno più tormentate (Valmiseria 1963) e progressivamente si infittiscono fino a raggiungere una compattezza quasi materica, che ne nega il valore grafico annullando il biancore della superficie (Verso la notte 1979).
Un percorso artistico che successivamente recupera un più armonioso e pacato equilibrio segnico, utilizzando tecniche differenti e nuovi moduli espressivi (Si è levato il vento 1994) e riducendo all’essenziale l’elemento disegnativo, con il raggiungimento di una estrema economia grafica. Un continuo misurarsi con la tecnica calcografica per esprimere un ordine interiore, ma che è nelle cose e nella natura. Quella stessa realtà ambientale che è costante tematica della sua arte ma al contempo anche fondamentale motivo ispiratore, che nasce dall’acuta osservazione del mondo circostante e silenziosamente meditato. E’ un ambiente fatto di colline, calanchi, corsi d’acqua, siepi, boschi e radure, il tutto dominato dall’alto orizzonte, lo stesso che si percepisce percorrendo le vallate dell’urbinate, incastonate tra le verdeggianti colline.

Un attaccamento alla terra che gli ha dato le origini (1921), che lo ha visto giovane studente e poi insegnante all’Accademia di Belle Arti e che lo vede ancora oggi partecipe di una realtà culturale che il tempo ha modificato, ma che è ancora palpitante nel suo laboratorio dove, con il rigore ed il metodo di sempre, lavora con passione.

La partecipazione alle prestigiose biennali dell’incisione di Venezia, alla quadriennale di Roma ed alla triennale dell’incisione di Milano, nonché i numerosi premi conseguiti, non hanno turbato né scalfito la sua ordinata e coerente ricerca.

Una voce appartata, in un quieto isolamento, rispetto ai clamori delle esposizioni delle grandi metropoli, ma sempre partecipe ed aggiornata e soprattutto sensibile alle esigenze delle nuove generazioni di studenti, giovani confusi e appassionati, insofferenti ed inquieti di fronte al lento procedere delle fasi incisorie e calcografiche, fatte di calibrati giochi di morsure e lunghe attese.

Il costante lavoro di ricerca e di sperimentazione per piegare i mezzi tecnici ad una ferrea volontà di coerenza e conoscenza, si fa in Bruscaglia non solo processo creativo personale, ma metodo operativo e lezione per quanti, nei numerosi anni di insegnamento a Firenze ed Urbino , si sono accostati all’incisione. Per loro e per quanti a vario titolo si vogliono accostare a questo affascinante mondo espressivo ha pubblicato nel 1988 “Incisione calcografica e stampa originale d’arte” che ha riscosso notevoli successi e consensi. 

“Incisore da tavolino” lo ha definito Ciarrocchi, capace tuttavia di creare atmosfere rarefatte dove il conosciuto perde le sue connotazioni reali per diventare semplice emozione e dove la linea grafica, nelle sue multiformi espressioni, è guida e suggestione.